Dal 2 aprile al 29 maggio 2022

Vernissage
sabato 02 aprile, ore 18
Orario: 10,30 – 12,30 / 16,00 – 19,00 
chiuso il lunedì

a cura di:
Roberta Reali

Ingresso libero

 

Dal 2 aprile 2022 saranno in esposizione allo Spazio SV di Venezia i settanta “ritratti d’artista”effigiati nella Box Art Collection (2014-2016) dell’asconese Pietro Beretta, brillante esito del sodalizio artistico intrapreso negli anni Novanta insieme alla moglie Annagret Engelberger, architetto d’interni, tra gli Stati Uniti e Cannes, l’Italia e il Canton Ticino.

Qui la coppia ha realizzato più di cento lavori ispirati all’arte delNovecento avvalendosi del supporto di lignee cassette per vini pregiati: dai Fauves al Cubismo, dall’Astrattismo all’Art Brut, alla Pop, al Nouveau Réalisme alla Cracking Art. Altre opere affrontano con ironia temi d’attualità e della storia recente, che ritornano, oggi, cogenti, quali il conflitto in Vietnam e la guerra fredda, l’animalismo, l’ecologia, il pacifismo e la denuncia dell’infibulazione femminile in Africa.
Engelberger e Beretta procedevano come una “singolarità collettiva” in questi coltiJeux d’amour, d’arts and crafts, all’insegna dell’incontro tra la vita e l’arte – come testimoniano le quattro elegantissime sedie “africane” presenti in mostra. Tutto sembra interrompersi con la repentina scomparsa di Annagret, nel 2017.
Dopo due anni di silenzio, Pietro elabora la serie di ritratti psicologici ed “espressionisti”,Sguardi, già in parte presentata nel 2019 al Museo civico di Ascona e al Café Imagina Gallery di Venezia, e oggi proposta in una grande installazione parietale composta come una sorta di flusso di coscienza visivo in cui il pittore attraversa i tòpoi della propria esperienza artistica e umana: dal raffinato espressionismo novecentesco alla Street Art, attraverso le gamme, rarefatte e accese, dei pigmenti scoperti in Marocco, alla ricerca del volto di Annagret, compagna di vita e Musa.

BREVE BIOGRAFIA

Pietro Beretta nasce ad Ascona, nel Canton Ticino, il 27 novembre 1942. Qui compie gli studi classici, e, laureatosi al Politecnico di Monaco, dirige per trent’anni la Birreria Nazionale Locarno, fondata nel 1854 dal nonno Efrem. Nel salotto della madre, Caterina Beretta Giese, «appassionata libera pensatrice» e ceramista, sono assidui il filologo Karol Kéreny e la pittrice Marianne Werefkin, prossimi a Kandinsky, Klee, e alle comunità teosofiche del Monte Verità. Pietro frequenta la fabbrica di ceramiche dei genitori, viaggia in Italia e visita a Parigi lo zio paterno, il pittore Emilio Maria. 
Appassionato d’arte classica, nasce l’interesse per la contemporanea all’incontro con Harald Szeeman (1978), di cui sostiene la mostra “Monte Verità” come Presidente della Giovane Camera Economica Svizzera. Conclusa, nel 1982, l’attività brassicola, Pietro inizia a viaggiare e a dipingere insieme alla seconda moglie, l’interior designer Annagret Engelberger, sperimentando per un ventennio i generi, dall’astrattismo all’Art Brut, dal Nouveau Réalisme al Graffitismo. Espone in Italia, Francia, Svizzera. Tre anni dopo la scomparsa di Annagret, tiene una personale al Museo di Ascona e mostra a Venezia i suoi “Ritratti espressionisti”, ricchi di humor, pathos e suggestioni postavanguardistiche.