Dal 20 maggio al 13 giugno 2023

Vernissage
 sabato 20 maggio, ore 18
Orario: 
dal martedì alla domenica 10,30 – 12,30 / 16,00 – 19,00 chiuso il lunedì 
Ingresso libero

artisti:
Adriana Baccin, Rosanna Basilio, Ornella Castagna, Silvia Cusumano, Corrado De Ceglia, Teresa De Poli , Stefano Jacobi, Donatella Modolo, Elena Netsayef, Francesca Paltera,  Ugo Salvador Saù, Giancarlo Scarsi 

L’arte è una ferita che diventa luce.
Georges Braque

Il potere attrattivo dei colori, il coinvolgimento mnemonico delle forme, l’abbaglio travolgente della bellezza e l’eccitazione incontenibile della condivisione: sono queste le sembianze della gioia?
Henri Matisse e Marc Chagall hanno dato l’esempio di cosa voglia dire rappresentare la meraviglia e la bellezza della vita nelle loro opere, pur avendo vissuto gli anni di uno dei secoli più bui della storia.
Ci hanno insegnato la costruzione e decostruzione del disegno e dello spazio, delle forme, la scelta dei colori e delle loro tonalità vivaci e brillanti, la creazione di un repertorio di personaggi legati alla realtà fantastica, dove prevalgono le emozioni e i sentimenti.

Oggi, in questo mondo sempre più complesso, trovare un linguaggio che si faccia amplificatore degli attimi di felicità può essere un’arma potente.
Le opere presentate nella mostra collettiva “Joyfull” vogliono essere, attraverso forme e sensazioni, un incentivo a catturare lo spettator e invogliarlo a sorridere e contemplare la bellezza del mondo che ci circonda, poiché il tema della gioia non è solo un soggetto per l’arte contemporanea, ma anche e soprattutto una necessità per la nostra vita quotidiana.
Anche se i timori, le angosce o le speranze vane di un mondo migliore possibile sono il grande tema che ci sentiamo gravare sulle spalle, l’arte può aiutare a far rimarginare le ferite, squarciarle, presentandocele nella loro gravità anche quando non le vorremmo vedere perché disturbanti e terribilmente vere.
Ma la forza dell’arte sta proprio nella ricerca di dolore e di sollievo, di malessere e godimento, di buio e di luce.
Allora sì, meritiamo con questa mostra di occuparci del bello se “l’arte è una ferita può diventare luce.”