Dal 20 maggio al 13 giugno 2023

Vernissage
 sabato 20 maggio, ore 18

Orario: 
dal martedì alla domenica 10,30 – 12,30 / 16,00 – 19,00 chiuso il lunedì 
Ingresso libero

Personale di Paola Caenazzo

L’occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose.
(Italo Calvino)

Luci, riflessi, ombre ed una staticità apparente, intrisa di enigma, lasciano intendere storie, nomi, luoghi e persone.

Paola Caenazzo fa sua l’etimologia del verbo dello sguardo che in greco antico racchiude quello del vedere e del conoscere insieme e dunque, è un guardare le cose con interesse intellettuale, un osservare attentamente con piglio penetrante.

Gli occhi della pittrice hanno lo stesso modo di intendere il “vedere” degli occhi di Platone: per il filosofo l’azione del rivolgerci con gli occhi al mondo significa scorgere in ogni frangente mondi “altri” dietro a quello che ci si presenta tutti i giorni. Un’azione così semplice e scontata quella del vedere che, negli animi più sensibili, racchiude una consapevolezza interiore, anche se non pienamente cosciente, di un rivolgere “sguardi attraverso”.

Veneziana d’origine, nata a Perugia, vissuta poi tra Treviso, Padova e Firenze, nel 1979 approda in Grecia dove, per cinque anni, mette in pratica la sua passione per la pittura, sperimentandosi e imparando dal maestro greco Giorgos Rorris.

Diventa cofondatrice dell’atelier di pittura To Simeio (Il Punto) vicino all’Acropoli di Atene, dove Rorris tiene le sue lezioni. La Caenazzo inizia ad approcciarsi al figurativo, assorbendo dal maestro greco l’impostazione prospettica, la poesia silente della raffigurazione degli interni, l’espressività della stesura e dell’accostamento dei colori.

Nelle opere presenti in questa mostra si ritrova come fil rouge un concetto caro all’autrice, che ha colto solo successivamente alla realizzazione dei dipinti, prendendo atto di quella consapevolezza interiore platonica di un vedere che è dominato quindi dal concetto dell’attraversamento.

Gli interni di abitazioni rimandano ad un gioco di riflessi e rispecchiamenti ne la “Finestra blu” e di prospettive, luci e ombre ne il “Corridoio degli armadi”, opere che hanno in comune la stessa palette cromatica, contraddistinta dai grigi, toni del verde e del giallo che rimangono freddi e opachi, proprio come gli interni di queste case. Evidente è l’accostamento, per chi conosce l’autore, ai quadri d’interni di Rorris, che la Caenazzo ha ben conosciuto e dei quali ha fatto suo sì il soggetto, ma ridimensionando l’atmosfera in una più accogliente e dall’aurea meno cupa.

Le nature morte, su sfondi di colori ad olio meravigliosi, rossi e viola freddi ma brillanti, hanno in comune la rappresentazione di bottiglie, vasi e oggetti in vetro, dove il gioco di trasparenze e scintillii risulta innato e fluido nel pennello della pittrice, che rivela così la sua origine veneziana con questa passione ricorrente per soggetti in vetro e per la scelta e gli accostamenti di colore.

I paesaggi esterni hanno sempre in comune con tutte le altre opere uno sguardo che si fa lontano, acuto ed esaminatore, con la volontà di catturare le variazioni di luce, le profondità delle prospettive, il silenzio e la quiete, percepibili anche nei dipinti di fiori.

Uno sguardo che è uno scambio continuo, di riflessi e colori, mai netti e mai puri anche grazie alle possibilità tecniche che concede l’utilizzo della pittura ad olio, al fine di rappresentare con sincerità una realtà che è il risultato dell’incontro reciproco col mondo esterno, restituito su tela con tutta la ricchezza acquisita ed interiorizzata dalla pittrice.

Una pittura che trasmette quei valori filosofici che Paola Caenazzo conosce bene, che ha ritrovato ad Atene, nella culla dell’antica cultura greca e che ha poi riportato con tutta sé stessa, attraverso le sue lenti, con sguardi che ha condotto “attraverso” sguardi e conoscenza.