Dal 14 al 30 luglio 2023
Vernissage
venerdì 14 luglio, ore 18
Presentazione
Silvia Previti
Orario:
dal martedì alla domenica 10,30 – 12,30 / 16,00 – 19,00 chiuso il lunedì
Ingresso libero
Artisti:
Graziella Baseggio, Carlo Caretta, Giuseppe Denti, Raffaella Domestici, Francesco Donato, Annamaria Dri, Davide Favaro, Anna Galanga, Silvio Geat, Katariina Mansikkaniemi, Giordano Passera, Giovanni Toniatti Giacometti, Fanny Zava.
Venerdì 14 luglio alle ore 18.00 allo Spazio SV – Centro espositivo San Vidal inaugura “Un altro me”, mostra collettiva visibile al pubblico fino al 30 luglio 2023, in concomitanza con la Biennale di Architettura.
La mostra affronta il concetto di artista e uomo, esplorando le molteplici sfaccettature che caratterizzano l’identità artistica ed esaminando come l’identità personale possa influenzare e trasformarsi nell’atto creativo.
L’individualità e l’interiorità, intese come sfere più intime e distintive dell’autore, sono aspetti che nell’arte si sono prese solo in un tempo relativamente “recente” il loro spazio nelle rappresentazioni artistiche, svincolate finalmente dai dettami delle committenze dei poteri religiosi e politici.
È stato infatti solo con l’avvento del Romanticismo, movimento sviluppatosi in Europa dalla fine del Settecento, che l’artista si è liberato dall’essere al servizio di una rigida committenza e quindi si è potuto conquistare un’autonomia di lavoro e dunque di creazione.
Si è iniziato così a vedere l’artista come colui che non incarna solo la figura dell’esecutore ma che può contraddistinguersi per una visione individuale, intima e dunque caratterizzante del suo operato artistico che appare più veritiero, unico e autentico.
L’artista si libera dal concetto di imitazione, intraprende un processo in cui indaga tutte le possibilità di comunicazione senza rientrare necessariamente in schemi predefiniti, forme o simbologie.
Attraverso la propria sensibilità indirizza l’atto creativo in direzioni nuove, si fa pioniere di nuovi modi espressivi e di una verità individuale che lo spettatore può liberamente interpretare e fare propria.
È con questo intento che si ispira il concept della mostra: un modo per interrogare e interrogarsi sull’arte, sulle emozioni autentiche riconosciute e suscitate guardando un’opera, sul ruolo dell’artista e del suo essere allo stesso tempo uomo nella sua individualità, investito quindi del compito di farsi da tramite tra lui e “altri lui”.